IA e prospettive future: come comprendere il cambiamento
Un’analisi delle riflessioni poste dall’Intergruppo parlamentare del 25.02.2022
- Introduzione
È in programma la negoziazione del nuovo Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale, mentre pochi giorni fa è stata, invece, varata la Strategia Nazionale pensata dal Governo.
È in questo contesto che appare evidente l’importanza di avviare un dialogo costruttivo tra tecnologia, umanesimo, istituzioni ed imprese, le cui basi sono state già poste dal libro bianco sull’IA.
Infatti, per comprendere il modo in cui il nostro mondo sta cambiando, è necessario porre la giusta attenzione sia ai cambiamenti dettati dalla tecnologia sia al nostro rapporto con essa. Non è quindi una mera questione di innovazione, ma piuttosto di ampliamento di visione e pertanto, di competenze trasversali e multidisciplinari.
2. Tempi ed oggetto del Regolamento sull’ IA
Alla luce dei complessi interessi sottesi alla stesura del Regolamento sarà necessario un intervento legislativo massiccio, la cui durata sarà probabilmente superiore ai 18 mesi. Si tratterà di un lavoro lungo, che vede come prima scadenza la fine dell’anno, quando verrà approvata la proposta di Regolamento italiano da Camera e Senato.
Il tema centrale delle negoziazioni è quello di trovare un equilibro tra consumatori, cittadini, piccole e medie imprese e l’innovazione stessa. E’ escluso, invece, che il Regolamento accolga al suo interno il tema della responsabilità. L’oggetto del Regolamento si incentrerà, principalmente, su quali dovranno essere i requisiti di un prodotto di intelligenza artificiale per poter accedere al nostro mercato europeo.
Altro aspetto di grande rilievo è la garanzia rivolta ai cittadini tradotta in un vero e proprio principio di trasparenza in loro favore. Infatti, cittadini e consumatori dovranno essere resi consapevoli che la loro iterazione avviene, non con un essere umano, ma con un’intelligenza artificiale.
Risulta indispensabile che, contestualmente alla regolamentazione degli effetti positivi derivanti dall’innovazione, si disciplinino anche i potenziali aspetti pericolosi. Tra questi vi sono i rischi relativi all’utilizzo massivo del riconoscimento facciale e dei dati biometrici. L’utilizzo di tali tecnologie dovrà essere sicuramente dotato di idonee garanzie. Un’ipotetica soluzione potrebbe consistere in un’apposita auto-certificazione prodotta dagli stessi imprenditori, in modo tale da non appesantire il sistema con un ciclo di certificazioni richieste ex-ante.
Il centro del lavoro verterà tutto su questa delicatissima operazione di bilanciamento tra la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini e il necessario incentivo al miglioramento ed alla crescita del settore tecnologico.
Il Regolamento, innestandosi sulle normative settoriali già esistenti, come il GDPR, ambisce alla creazione di un quadro orizzontale, capace di sopperire al grande vuoto legislativo in materia.
3. Regolamento e impresa
Nel piano strategico del Governo sull’IA è stato analizzato che i sistemi di IA costituiscono un insieme eterogeno di tecnologia con vari impatti sulla vita dei cittadini. Oggi l’IA è capace di riprodurre la percezione, il ragionamento, l’apprendimento in un modo tale da terminare il fattore fondamentale di cambiamento, sia da un punto vista imprenditoriale che economico, fornendo possibilità sempre maggiori.
Tutto ciò determina, infatti, un incremento sostanziale dello sviluppo della produttività delle imprese.
Ogni anno l’IA cresce sempre più degli altri settori di mercato. Con riguardo all’anno prossimo si attende una crescita +27%, ma a questo dato, così positivo, va correlato, negativamente, il tasso di penetrazione dell’IA nelle piccole e medie imprese e soprattutto microimprese, di cui il tessuto economico italiano abbonda.
Appare evidente che ad una crescita esponenziale dell’IA non corrisponde la medesima crescita delle competenze necessarie per gestire e comprendere le nuove tecnologie. La conseguenza è la perdita di quel profitto che sarebbe derivato dal conoscere la soluzione più adeguata alla risoluzione di un dato problema.
La maggior parte delle realtà italiane, infatti, difetta delle competenze tecniche capaci in grado di interpretrare ed affrontare il cambiamento ed i nuovi standard di competitività imposti dal mercato. Ad esempio, sono davvero pochissime le aziende che si dotano di un sistema di sicurezza informatica dei dati, esponendosi a rischi quanto mai attuali.
4. Conclusioni
Si osservi che l’esempio negativo di corretta gestione e trattamento dati (per approfondire vedi ‘’Clearview’’) proviene da Paesi come Stati Uniti e Cina, che più investono in IT, ma che sono sforniti di ogni tipo di Governance dei dati. Sarà fondamentale, quindi, dotarsi di una Governance capace di prevenire e gestire i rischi, sempre maggiori, di questo settore in crescita costante.
Il modello ipotizzato per il ruolo di supervisione dell’applicazione del Regolamento potrebbe essere attribuito ad autorità esistenti, come ad esempio l’AGCOM oppure ad autorità esclusive; tuttavia, ad oggi la Strategia Nazionale difetta ancora di una chiara identificazione, apparendo dunque rinviato tale problema, di enorme impatto su tutti, ad un momento successivo.
Strategia IA significa competitività, valorizzazione e accessibilità. Ma per comprendere davvero quello che significa innovazione e transizione digitale è necessario avere le competenze giuste, affidarsi a professionisti ed esperti del settore che possano colmare le lacune istituzionali e sociali-imprenditoriali in modo efficiente.
Dott.ssa Federica Vezzi