Privacy online e fiducia dei consumatori

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Privacy e consumatori.

Le sanzioni negli ultimi due anni sono aumentate di quasi il 40%, arrivando a totalizzare più di 158, 5 milioni di euro e le autorità di protezione dei dati hanno registrato più di 121.165 notifiche di violazione dei dati.

Risulta evidente, ormai, l’importanza di adoperare  una corretta compliance privacy, che offrendo una maggior chiarezza in favore degli utenti consente, di riflesso, anche la crescita della brand reputation all’azienda che ne fa uso.

Infatti, basti pensare che due recenti studi[1], a partire da molteplici sondaggi qualitativi e quantitativi, hanno dimostrato che circa l’80% degli intervistati risulta preoccupato per il potenziale uso dei propri dati raccolti online.  Ancora più grave è il dato che esprime l’incertezza sul controllo sulla permanenza e rimozione dei propri dati.

Pertanto, posto che l’attività più delicata esercitata dalle imprese è quella svolta a finalità di marketing, è chiaro come la stima dei consumatori aumenti rapidamente nei confronti di quei brand che scelgono di adottare politiche di trasparenza sulle tipologie di dati raccolti, gli usi ed i vantaggi per il consumatore.

In questi casi, infatti, l’utente ha dimostrato non solo di ritenere maggiormente affidabile l’impresa, ma anche di essere maggiormente favorevole a concedere i suoi dati o a rispondere positivamente alla pubblicità ricevuta.

La Brand reputation, la fama di un’impresa nasce dalla percezione degli utenti, dalla qualità e dalle performance, ad oggi non tenere conto dell’importanza di tale aspetto è un errore grave che condiziona la fiducia del consumatore e la possibilità di una fidelizzazione duratura.

L’ approccio privacy-centrico favorisce, infatti, l’instaurarsi di un rapporto di fiducia tra il cliente e l’impresa, evita di rinunciare alla creazione di campagne di comunicazione d’impatto e diviene essenziale per ben posizionarsi sul mercato di riferimento.

Non a caso i professionisti di marketing più esperti in ambito privacy hanno il doppio delle possibilità di aumentare la propria market share rispetto a chi presenta una minore esperienza nel settore.

Il digital marketing non può fare a meno della privacy.

Dott.ssa Federica Vezzi – Dipartimento privacy

Privacy e consumatori.


[1] Fonti: Google in collaborazione con Ipsos (Privacy by Design: Exceeding Customer Expectations) e Boston Consulting Group (The Fast Track to Digital Marketing Maturity); Federprivacy.

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