Rendicontazione di sostenibilità: contesto europeo e italiano a confronto

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Siamo giunti al IX post della Of Counsel Anna Zerbi sul bilancio di sostenibilità

La rendicontazione di sostenibilità è diventata un elemento cruciale per le aziende che
operano in Europa e in Italia, riflettendo una crescente consapevolezza della necessità di
pratiche commerciali responsabili. Questo tipo di rendicontazione consiste nel comunicare
in modo trasparente le prestazioni ambientali, sociali ed economiche di un’organizzazione,
andando oltre il tradizionale bilancio finanziario per includere indicatori di sostenibilità.
Vediamo dapprima il contesto europeo.
In Europa, la rendicontazione di sostenibilità è stata fortemente influenzata dalla Direttiva
sulla Comunicazione di Informazioni Non Finanziarie (NFRD) del 2014. Questa direttiva
richiede alle grandi aziende di interesse pubblico con più di 500 dipendenti di divulgare
informazioni riguardanti temi ambientali, sociali, relativi ai dipendenti, ai diritti umani, alla
lotta contro la corruzione e alla diversità nei consigli di amministrazione. L’obiettivo è
migliorare la trasparenza e incoraggiare comportamenti responsabili.
A partire dal 2021, l’Unione Europea ha introdotto la Corporate Sustainability Reporting
Directive (CSRD), che estende l’obbligo di rendicontazione a un numero maggiore di
aziende, comprese le PMI quotate in borsa. La CSRD mira a standardizzare le pratiche di
rendicontazione, assicurando che le informazioni fornite siano comprensibili, confrontabili
e rilevanti. La direttiva richiede anche che le informazioni di sostenibilità siano verificate da
un revisore esterno, aumentando così la fiducia degli stakeholder nelle dichiarazioni delle
aziende.

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